Investors’ Outlook: per Natale tutto, tranne il carbone
Investors’ Outlook: per Natale tutto, tranne il carbone
Che regalo ci porterà Babbo Natale quest’anno? La sua slitta sarà piena di giocattoli di plastica e prodotti fast fashion provenienti da luoghi lontani? Rudolph e le altre renne dovranno trasportare un carico più leggero perché le navi container dirette al Polo Nord sono ancora bloccate in porto? In ogni caso, possiamo stare certi che il sacco del signore vestito di rosso non conterrà una sostanza sempre più tossica: il carbone. Lo stesso vale per la Befana, che difficilmente potrà distribuire i suoi cannelli.
La roccia nera, originariamente utilizzata come combustibile per il riscaldamento nel periodo di Natale, da molto tempo è il simbolo della disobbedienza quando viene messo nella calza di un bambino accanto al camino. Oggi, con il ricordo dell’acceso dibattito sul carbone che ha caratterizzato la COP26 – la conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite tenutasi a Glasgow – ancora vivo, è addirittura meno apprezzato.
Le alternative: le fonti rinnovabili o addirittura l’energia nucleare
“Mai toccare il carbone” potrebbe essere uno dei buoni propositi per l’anno nuovo, ma sappiamo cosa succede ai buoni propositi. Siamo tutti d’accordo sulla direzione da seguire: il mondo deve tagliare in fretta le emissioni di gas a effetto serra. Tuttavia, proprio come molti buoni propositi per l’anno nuovo, l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 (o addirittura prima) potrebbe essere troppo ambizioso. Le nostre reti elettriche possono anche aver abbandonato il carbone, ma dipendono ancora molto dal gas (circa il 60 per cento), mentre le fonti rinnovabili sono poco al di sotto del 30 per cento.
È un grosso passo avanti nella giusta direzione. Tuttavia, sappiamo quanto le nostre reti siano vulnerabili quando il sole non splende o il vento non soffia – ricordiamo, ad esempio, l’inverno eccezionalmente freddo dello scorso anno in Texas, che ha impedito alle turbine eoliche di funzionare. Non possiamo permetterci di incrementare la dipendenza dalle rinnovabili senza innovazione nello stoccaggio. Attualmente, la tecnologia delle batterie non è abbastanza sviluppata per immagazzinare energia rinnovabile sufficiente. Esistono, naturalmente, altre tecnologie, come il pompaggio idroelettrico (spesso utilizzato nel sistema di dighe idroelettriche svizzero) o lo stoccaggio a volano o ad aria compressa, ma nessuna di esse è efficiente come le forme di produzione di energia (inquinanti) tradizionali. Se davvero vogliamo raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, forse dovremo rivedere il nostro giudizio sull’energia nucleare – una proposta controversa, ma che molti paesi stanno prendendo sempre più in considerazione alla luce della guerra ai combustibili fossili.
Inizieremo la dieta “decarb”?
Speriamo che, per il bene del pianeta e dei nostri figli, inizieremo una dieta decarbonizzante, assolutamente necessaria dopo il Natale a base di panettone della rivoluzione industriale. Allo stesso tempo, dobbiamo cercare di non essere troppo ambiziosi nei nostri buoni propositi per l’anno nuovo. In caso contrario, potremmo ritrovarci nel bel mezzo di una crisi energetica, con ampie fasce della popolazione che non riescono a riscaldare le loro case. E allora, i consumatori, affamati di energia, probabilmente vorrebbero tornare alla Befana e ai suoi sacchi di carbone.
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